Alla scoperta di castelli, borghi e santuari
Lo spirito medievale del Casentino
Partite dalla tappa più vicina, Castel Focognano, le cui origini risalgono addirittura all’epoca etrusca, come testimonia l’area archeologica di Pieve a Socana, dove la chiesa romanica è stata costruita sulle vestigia, ancora visibili, di un antico santuario etrusco risalente al V secolo a.C.
Castel Focognano deve il suo nome al castello fortificato eretto intorno all’anno 1000 e distrutto tre secoli dopo dal vescovo Guido Tarlati. Visitatene l’ultimo affascinante baluardo, la piccola Torre di Ronda, dove oggi ha sede il Centro di Documentazione sulla Cultura Rurale del Casentino, dedicato agli antichi strumenti per la lavorazione del latte e della lana.
Spostatevi poi nella vicina Pratovecchio Stia, dove potrete ripercorrere le orme di Dante Alighieri, che durante il suo esilio soggiornò nei Castelli di Romena e Porciano, ospite dei conti Guidi: nel primo fortilizio attraversate il ponte levatoio, superate il cassero e guadagnate l’ampio spazio della piazza d’armi, dove nel 1901 pose la sua tenda Gabriele D’Annunzio. Poi raggiungete Porciano e godetevi la vista della grande torre palaziale, che d’autunno si tinge del rosso scarlatto della vite americana, che si arrampica audace sulle sue pareti.
Non si può dire di aver vissuto davvero lo spirito medievale del Casentino senza aver visitato il Castello di Poppi, il più imponente tra i fortilizi costruiti dalla casata Guidi. All’ombra della sua torre, nel 1289, fu combattuta la celebre battaglia di Campaldino tra guelfi e ghibellini, a cui parteciparono anche Dante Alighieri e Cecco Angiolieri. Oggi è uno dei luoghi più visitati della zona e nella stagione estiva diventa l’affascinante cornice di eventi e rassegne culturali.
E se dopo aver nutrito la vostra sete di conoscenza vorrete gratificare anche il corpo, vi basterà percorrere pochi chilometri per scovare ristoranti e locali tradizionali dove ordinare un piatto di tortelli di patate o gustare un’appetitosa porzione di acquacotta, servita nel tipico tegame in coccio e accompagnata da un bicchiere di Morellone del Casentino.
La Verna, Camaldoli e i santuari del Casentino
In Casentino affondano anche le nostre radici spirituali. Avvolto da una secolare foresta di faggi e abeti, il Santuario della Verna sorge sull’inconfondibile vetta tagliata a picco da tre lati, visibile da tutto il Casentino e dall’alta Valtiberina. Nel 1224, durante uno dei suoi consueti periodi di silenzio e preghiera, San Francesco si ritirò sul monte della Verna: qui ricevette da Dio le stimmate, simboli della Passione di Cristo. L’impegnativa eredità di San Francesco si respira in ogni angolo del Santuario, che nella sua articolata struttura custodisce numerosi tesori di spiritualità, arte e storia.
Immerso nella pace della foresta giace anche l’Eremo di Camaldoli, fondato da San Romualdo nei primi anni dell’XI secolo e ancora oggi casa madre della Congregazione benedettina dei camaldolesi. Nel vicino Monastero, la comunità religiosa si apre alla condivisione ospitando i tanti visitatori nella Foresteria, spazio di dialogo e incontro aperto a tutti.
Più raccolti, ma non meno affascinanti, sono i Santuari di Santa Maria del Sasso, a Bibbiena, e di Santa Maria delle Grazie, a pochi chilometri da Stia: sorti entrambi sui luoghi dove, secondo la tradizione, apparve la Madonna, sono oggi arricchiti da pregevoli terrecotte di Giovanni e Andrea della Robbia.
Arezzo, la città del Saracino
Avete tempo per concedervi un’altra tappa? Uscite dal podere e salite in auto: in mezz’ora sarete ad Arezzo, città natale di Francesco Petrarca e Guido Monaco, l’inventore delle note musicali. Tra le principali città etrusche della Toscana, Arezzo ha vissuto i suoi momenti di massima espansione in epoca romana e durante il Medioevo, sotto la guida del vescovo Guido Tarlati. Le gloriose vestigia del passato si ritrovano nel ricco patrimonio culturale ed artistico: chiese, basiliche e piazze celebrano il genio di Piero Della Francesca e Giorgio Vasari, che hanno contribuito fortemente a delineare l’affascinante volto del centro storico. Proprio Piazza Vasari – meglio nota come Piazza Grande – fa da insostituibile cornice alla Giostra del Saracino, antica competizione cavalleresca che affonda le sue origini nel Medioevo e che rivive ogni anno, a giugno e a settembre, al rullo dei tamburi e allo squillo delle chiarine. E se avrete la fortuna di visitare Arezzo il primo finesettimana del mese, potrete aggiudicarvi un pregiato esempio di artigianato o un cimelio prezioso, passeggiando tra gli espositori della famosa Fiera dell’Antiquariato.
La Toscana vi è ormai entrata nel cuore? Grazie alla sua posizione centrale, Podere Sant’Egidio vi permette di raggiungere in poco più di un’ora Firenze e Siena, o di proseguire il vostro viaggio alla scoperta del centro Italia arrivando alla vicina Perugia, in Umbria.